Molti appassionati di cinofilia, ed in particolare di storia cinofila, conoscono bene le figure di Angelo Vecchio e Luigi Beretta, due giganti della cinofilia italiana che, tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, contribuirono in modo significativo a questo mondo.
Angelo Vecchio, direttore della celebre rivista “Caccia e Tiri” e autore del famosissimo manuale “Il cane”, era noto per il suo amore incondizionato per il bracco italiano, razza per la quale scrisse articoli memorabili.
Luigi Beretta, invece, facoltosissimo milanese e superbo allevatore di bracchi italiani con affisso “di Tregolo“, fu un grandissimo “sportsman” e mecenate della cinofilia.
Angelo e Luigi erano amicissimi, quasi “fratelli” di cinofilia.
Tuttavia, se la loro notorietà nel mondo della cinofilia è ben consolidata, in pochissimi conoscono la drammatica vicenda che li vide protagonisti di un cruento complotto.
Nel dicembre del 1903, Vecchio, spinto dalla disperazione finanziaria, organizzò un piano diabolico per estorcere denaro al suo amico Beretta. Fingendo di voler mostrare a Beretta dei nuovi dipinti di cani, lo attirò in una villa appartata alla periferia di Milano, chiamata “Casinò della Madonna”. Qui, con la complicità del suo assistente Malpelli, aggredì Beretta, lo immobilizzò e lo minacciò con una pistola, costringendolo a firmare cambiali e un testamento che avrebbe assicurato a Vecchio enormi guadagni in caso della morte del giovane milionario.
Questa storia, oggi dimenticata e poco conosciuta, fu uno scandalo che sconvolse l’alta società milanese. Beretta, fortunatamente, fu salvato grazie al ripensamento di Malpelli, che lo liberò e gli permise di fuggire. Vecchio, braccato dalla polizia e temendo l’arresto, fuggì a Roma e, poche settimane dopo, si tolse la vita, portando con sé il peso del suo fallito attentato.
Un evento oscuro che solo pochi conoscono, ma che segna profondamente la storia della cinofilia italiana e il destino di due uomini un tempo inseparabili e che hanno dato un grande contributo al nostro amato bracco italiano.
IN FOTO: Angelo Vecchio a sinistra e Luigi Beretta a destra.