Mantello del bracco italiano | Elementi di genetica

Il tema del mantello del bracco italiano è “tosto”, però è utile per familiarizzare con i meccanismi della genetica, limitandomi ad interpretare le leggi di Mendel applicate al mantello del Bracco italiano, ma sarà spesso evidente che il problema è più complesso di quanto sono in grado di spiegare: se però qualche ignaro cinofilo mi leggerà, forse imparerà qualcosa che non sapeva.

Nei criteri di allevamento, che importanza ha il mantello? Direi che è uno dei più palesi segnali della purezza della razza. Andiamo quindi ad incominciare. Quanti sono i colori del mantello del Bracco italiano? È improprio dire che sono due, perché ai due colori delle macchie (che a loro volta si presentano in tonalità più chiare o più scure) bisogna aggiungere le due varianti del fondo su cui si collocano, che può essere di peli bianchi o bianchi mescolati a peli dello stesso colore delle macchie.

libri bracco italiano

Si avranno così quattro mantelli e cioè (per le didascalia sull’accoppiamento dei geni nelle foto seguenti si rimanda al sommario finale e completa lettura dell’articolo).

  • macchie marroni su fondo roano (il cosiddetto roano marrone)
  • macchie marroni su fondo bianco pulito (mantello bianco marrone)
  • macchie arancio su fondo melato (impropriamente chiamato mantello bianco arancio, anziché melato arancio)
  • macchie arancio su fondo bianco (appropriatamente chiamato mantello bianco arancio).
mantello del bracco italiano roano marrone
Bracchi italiani con macchie marroni su fondo roano (il cosiddetto roano marrone) colore: bb EE, macchie: tt, colore di fondo: RR, pelo: K (pelo raso)
mantello del bracco italiano roano marrone
Bracco italiano con macchie marroni su fondo roano (il cosiddetto roano marrone) colore: bb EE, macchie: tt, colore di fondo: RR, pelo: K (pelo raso)
mantello del bracco italiano bianco marrone
Bracco italiano con macchie marroni su fondo bianco pulito (mantello bianco marrone) colore: bb EE, macchie: tt, colore di fondo: rr, pelo: K (pelo raso)
mantello del bracco italiano melato arancio
Bracco italiano con macchie arancio su fondo melato (impropriamente chiamato mantello bianco arancio, anziché melato arancio). Colore: bb ee, macchie: tt, colore di fondo: RR, pelo: K (pelo raso).
mantello del bracco italiano bianco arancio
Bracco italiano con macchie arancio su fondo bianco (appropriatamente chiamato mantello bianco arancio). Colore: bb ee, macchie: tt, colore di fondo: rr, pelo: K (pelo raso).

I colori del mantello sono dovuti ad un pigmento – la melanina – che si manifesta in due varianti e cioè:

  • la feomelanina che determina le colorazioni gialle (dal crema pallido, all’arancio, al fulvo, al mogano del setter irlandese); l’intensità della colorazione aumenta in funzione del maggior diametro e della maggior compattezza dei granuli sferici del pigmento.
  • la eumelanina è una variante della feomelanina con granuli ancora giù grossi ed addensati, responsabile di colorazioni più scure, cioè il marrone, il grigio, fino al nero.

La presenza dell’uno o dell’altro pigmento sono determinate dai relativi geni.

La trasmissione dei colori nel mantello del bracco italiano

La trasmissione dei caratteri (quindi anche del colore del mantello del bracco italiano) è determinata dai geni, che sono sempre in coppia, formata da un gene proveniente dal padre e l’altro proveniente dalla madre. I due geni della medesima coppia si chiamano “alleli‘ (dal greco: allele significa “l’uno o l’altro”) e si trovano sempre nel medesimo “locus”, cioè nel medesimo tratto del DNA; ciascuna coppia è responsabile di una caratteristica. Il patrimonio genetico viene denominato genotipo; il fenotipo è il visibile risultato che ne consegue.

Nella fattispecie, il mantello del Bracco italiano può essere arancio o marrone, a seconda che prevalga il gene che trasmette la feomelanina oppure quello della eumelanina. All’interno di ciascun locus, i due geni possono essere uguali (e in tal caso la coppia è omozigote) oppure diversi (cioè formano una coppia eterozigote); oltre a ciò i geni possono essere dominanti o recessivi: nel caso in questione, il marrone prodotto dalla eumelanina è espressione del gene dominante; l’arancio, prodotto dalla feomelanina, è espressione del suo allele recessivo.

Ogni coppia di geni viene convenzionalmente contraddistinta da una lettera, utilizzando la maiuscola per identificare il gene dominante e la stessa lettera – ma minuscola – per il gene recessivo. Nel caso dell’alternativa fra il pigmento arancio oppure marrone, viene convenzionalmente utilizzata la lettera “e” (in quanto iniziale della Eumelanina), e precisamente la “E” maiuscola per la dominante eumelanina che produce il mantello marrone e la “e” minuscola per il gene recessivo della feomelanina.

Un carattere che è espressione di una coppia di geni recessivi è necessariamente omozigote, perché la presenza del gene dominante avrebbe inibito il manifestarsi del gene recessivo. Per contro un carattere che scaturisce da un gene dominante potrebbe essere omozigote (frutto della coppia fatta da due identici geni dominanti, indicata con due lettere maiuscole) o eterozigote (cioè il risultato di una coppia fatta da un gene dominante e da un recessivo, indicata da una lettera maiuscola e da una minuscola); in quest’ultimo caso il gene recessivo non si palesa nel fenotipo, ma potrebbe saltar fuori in generazioni future.

Il gene “B” dominante (dove B sta per Black) è quello che provoca la pigmentazione nera dell’eumelanina. Il suo corrispondente gene recessivo “b” modifica il nero in marrone. Quindi nel Bracco italiano e nello Spinone non è mai presente il gene “B” ma – oltre alla coppia di geni identificati dalla lettera “e” oppure “E” relativi all’alternativa feomelanina/eumelanina – ci sarà sempre la coppia di geni recessivi “bb“.

In conclusione, se un cane riceve da entrambi i genitori il gene “E” il suo mantello sarà marrone omozigote che – per facilità di linguaggio – possiamo anche chiamare “marrone puro” (invece del più astruso “marrone omozigote”). Se invece il cane riceve da un genitore il gene “E” maiuscolo e dall’altro il gene “e” minuscolo, il suo mantello sarà sempre marrone (perché il marrone è dominante) ma geneticamente sarà un “marrone impuro” (cioè un marrone eterozigote).

Da ultimo, se un cane riceve da entrambi i genitori il gene “e” minuscolo (cioè recessivo), il suo mantello sarà arancio.

Schema degli accoppiamenti

Passiamo ora ad esaminare lo schema dei possibili accoppiamenti ed i prodotti che ne derivano.

Caso 1: marrone puro con marrone puro (EE × EE – in presenza della coppia di geni bb): nasceranno solo e sempre figli EE ovvero marrone puro.

mantello del bracco italiano
Caso 1

Caso 2: arancio con arancio (ee x ee – in presenza della coppia di geni bb). Da due genitori bianco-arancio nasceranno solo figli bianco-arancio ovvero ee. (Un mio stallone bianco arancio copri la cagna di un allevatore anch’essa bianco arancio. Nacquero 5 cuccioli, due dei quali roano marrone). Ovviamente mi rifiutai di firmare la dichiarazione di monta ed il padrone della cagna confessò che vi era stato un indesiderato accoppiamento con un altro maschio roano marrone, prima della monta del mio cane.

mantello del bracco italiano
Caso 2

Caso 3: marrone puro con arancio (EE x ee – in presenza della coppia di geni bb). Da due genitori, uno dei quali è marrone puro e l’altro bianco arancio, nasceranno sempre figli marrone impuro (o se preferite marrone eterozigote) perché il marrone è dominante sull’arancio; il cane marrone impuro potrà a sua volta produrre figli arancio.

Caso 3

Caso 4: marrone impuro con marrone impuro (Ee x Ee – in presenza della coppia di geni bb). Se si accoppiano due cani entrambi roano marrone impuro, si avrà il 25% di probabilità di avere figli roano marrone puro (EE), il 50% di probabilità di figli marrone impuro (Ee) ed il 25% di probabilità che nascano figli bianco arancio (ee). Ci sono cioè tre probabilità contro una che nascano cuccioli marrone.

Caso 4

Caso 5: marrone puro con marrone impuro (EE x Ee – in presenza della coppia di geni bb). Come nel caso 3, quando anche solo uno dei genitori è marrone puro, tutti i figli saranno marrone; ovvero il 50% dei figli marrone puro ed il 50% marrone impuro.

Caso 5

Caso 6: marrone impuro con arancio (Ee con ee – in presenza della coppia di geni bb). Questa è l’ultima combinazione possibile, secondo la quale accoppiando un roano marrone impuro (Ee) con un bianco arancio (ee) si otterranno cuccioli roano marrone impuro e cuccioli bianco arancio in eguali proporzioni. Ricordo che la mia Dama dal mantello roano marrone impuro, coperta dal bianco arancio Darfo, mi diede tre cuccioli, tutti roano marrone; uno di questi era l’ottima Scighera che, coperta a sua volta da un bianco arancio, mi diede ancora tre cuccioli, questa volta però tutti e tre bianco arancio. Nell’ambito delle singole cucciolate il rapporto 50:50 non venne rispettato, ma nella somma delle due cucciolate la media era fatta salva!

Caso 6

Abbiamo completato questa prima analisi del mantello. Passiamo ora ad altri aspetti più complessi.

Le tonalità del mantello del bracco italiano

Lo standard morfologico del bracco italiano prevede:

  • arancio o ambra più o meno carico
  • marrone di cui è pregiata la tonalità “tonaca di frate” (il marrone troppo scuro è indesiderabile).

Di fatto sono quindi ammesse tutte le tonalità dei due colori. Ma a cosa sono dovute le variazioni di tonalità? Esistono due teorie.

La prima teoria dice che un gene dominante “P” (P sta per pigmentazione) diluisce la pigmentazione. Il corrispondente gene recessivo “p” non determina invece diluizione alcuna, quindi mantiene la pigmentazione originaria della melanina o della feomelanina. Si spiegherebbe così perché nella stessa cucciolata si possono avere mantelli tonaca di frate (cioè diluiti in quanto espressione della coppia Pp) e mantelli scuri (dovuti alla emersione dei recessivi geni pp, che lasciano un’intensa pigmentazione). In pratica cioè pp causa sia l’indesiderabile roano-marrone scuro, sia l’apprezzato bianco arancio carico; per contro, l’effetto diluente della coppia Pp produce il bel mantello “tonaca di frate”. La contraddizione è riconducibile a fenomeni che evidentemente erano sconosciuti agli estensori degli standard morfologici della razza.

La seconda teoria vuole che la tonalità più o meno intensa del pigmento sia riconducibile a due coppie di geni senza dominanza e cioè: la coppia di geni dd (d sta per diluizione) e la coppia zz (secondo un autore danese z sta per Zintfarben, che in tedesco significa cannella). Più precisamente, il gene d diluisce il pigmento della feomelanina, mentre il suo allele D ne scurisce la tonalità; il gene z agisce invece solo sulla eumelanina; più precisamente il gene Z, in presenza del gene E, produce tonalità scura, mentre il gene z produce una tonalità meno intensa.

In conclusione il mantello del bracco italiano marrone avrà intensità in proporzione al numero di maiuscole dei geni D e Z presenti nel DNA, secondo una scala che va dal massimo scuro in presenza di quattro maiuscole, ad intensità gradualmente intermedie in presenza di tre, oppure due, oppure una maiuscola. Il mantello arancio (feomelanina) invece (che è espressione della coppia ee) avrà tonalità più o meno intensa a seconda dell’abbinamento con il gene D, oppure d.

Si può quindi redigere il seguente schema dell’intensità del colore dei due mantelli:

Tonalità del mantello marrone

  • Coppie DDZZ (4 maiuscole) tonalità massimo scura;
  • Coppie DDZz oppure DdZZ (3 maiuscole) tonalità tendente allo scuro;
  • Coppie DDzz oppure ddZZ; oppure DdZz (2 maiuscole) tonalità media;
  • Coppie Dzzz; oppure ddZz (1 maiuscola) tonalità chiara;
  • Coppie ddzz (tutte minuscole) tonalità massima chiara.

Tonalità del mantello arancio

Posto che il gene “z” non si manifesta in presenza della coppia di geni ee, nel mantello bianco arancio la tonalità è più o meno intensa solo in funzione della coppia dei geni “D” secondo il seguente schema:

  • Coppia DDee (ovvero due maiuscole) tonalità intensa;
  • Coppia Ddee (ovvero una maiuscola) tonalità media;
  • Coppia ddee (ovvero nessuna maiuscola) tonalità chiara.

Questo meccanismo genetico mette in luce le difficoltà di controllare la tonalità del mantello del bracco italiano perché – anche utilizzando in riproduzione soggetti con tonalità medie – non si può escludere che il caso determini la nascita di soggetti espressione di tre maiuscole o di una sola maiuscola, a cui corrispondono mantelli molto scuri o chiari. E tutto ciò nell’assurdo contesto secondo cui – pur se l’origine dei due fenomeni è la medesima – il marrone scuro è sgradito, mentre l’arancio intenso è apprezzato.

Confronto con mantelli di altre razze da ferma

La conoscenza cinotecnica di una razza non può prescindere dalla comparazione con le razze affini; in questo caso, affronteremo il confronto fra il mantello del Bracco italiano e quello di altre razze da ferma che includono fra i loro mantelli l’arancio e/o il marrone. Nelle loro due principali razze da ferma, gli inglesi distinguono fra l’arancio definito “yellow-lemon” e l’arancio “yellow-red“.

Yellow Lemon

Yellow-lemon è geneticamente espressione della coppia ee, cioè lo stesso arancio che troviamo nel Bracco italiano: non tragga in inganno il nome perché include sia l’arancio pallido, che l’arancio più intenso, a seconda dell’influenza della coppia di geni D, esattamente come nel Bracco italiano.

Yellow red

Yellow-red ha un colore decisamente più acceso, tanto da giustificare il nome “giallo-rosso”. Questo mantello è espressione della coppia di geni BB dominante (il B deriva da Black): il suo allele b è inerte, cioè segnala unicamente l’assenza del gene B. La formula genetica del mantello yellow-red è la seguente: BBee oppure Bbee (per semplificarne l’espressione grafica, si suole indicare la sigla BB/b che copre sia la formula omozigote del BB che quella eterozigote Bb).

La peculiarità del gene B è che in presenza del gene E maiuscolo (quello cioè responsabile del colore marrone) trasforma il colore della eumelanina da marrone in nero. Ciò significa che accoppiando un cane marrone con un yellow-red, possono nascere anche cuccioli neri.

Il patrimonio genetico di un cane nero è espresso dalla sigla BB/bEE/e. È interessante notare l’esito dell’accoppiamento di un yellow-red impuro (Bbee) con un marrone impuro (bbEe) da cui potranno nascere ben quattro diversi mantelli, e cioè: il 25% di yellow red (Bbee) il 25% di yellow lemon (b b – e e) il 25% di marrone (b b – E e) il 25% nero (BbEe)

È possibile che un Bracco italiano bianco arancio sia geneticamente un yellow-red? La risposta è negativa perché la presenza del gene B – responsabile del yellow-red – avrebbe come inevitabile conseguenza la nascita di cani neri allorché avviene l’accoppiamento con un roano marrone. A questo riguardo ricordo che nell’immediato dopoguerra un fittabile vicino a Milano fece coprire la sua Bracca italiana roana marrone da un bianco arancio, noto per la sua bravura a caccia: era un bracco leggero, senza carte, con un mantello arancio molto acceso. Nacque fra gli altri una bracchetta morfologicamente tipica in tutto fuorché nel mantello, con macchie nere: si chiamava Dea e divenne una famosa beccaccinista (ma non trottava!).

I mantelli neri

Nel Kurzhaar è stata fissata la coppia EE che produce il marrone (ed infatti non esistono Kurzhaar bianco-arancio). Le ripetute infusioni di sangue Pointer hanno però introdotto nel patrimonio genetico della razza anche il gene, che ha portato il mantello nero. Nel Kurzhaar il rapporto esistente fra il mantello nero ed il mantello marrone è spesso frainteso come una relazione di dominanza di uno dei due mantelli sull’altro.

Ciò è improprio perché il rapporto “dominante/recessivo” è riferibile al gene nei confronti del suo allele, laddove il rapporto fra B ed E è di complementarietà. Una più opportuna distinzione riguarda il fatto che il gene B sia presente come EEBB (vedasi il caso del Setter Gordon in cui il nero è fissato come unico mantello) oppure come EEBb (come per l’appunto nel Kurzhaar in cui mantello nero riguarda una ristretta minoranza dei suoi rappresentanti).

Yellow-red-epistatico

Ai due tipi di arancio sopra illustrati (ovvero il yellow-lemon ed il yellow-red) bisogna aggiungerne un terzo tipo, cioè il yellow-red-epistatico di tutt’altra origine genetica. Epistatico (dal greco: “che sta sopra”) è un gene che ne copre un altro. Il gene che sta sotto, cioè che viene coperto, si chiama ipostatico. Nel nostro caso, il responsabile del mantello yellow-red-epistatico è il gene A che produce anch’esso un giallo intenso e che è epistatico (cioè copre) il gene E (quello responsabile del marrone). Quindi il gene A copre con il colore yellow-red il marrone dovuto al gene E oppure il nero (che come abbiamo visto è il risultato del gene E + B). Il gene A però copre solo il colore del mantello e non il colore del naso e delle unghie: si spiega così perché ci sono Pointer arancio con naso carnicino ed altri Pointer arancio con naso nero.

Analogamente nel Setter irlandese, razza in cui la coppia di geni AA è stata fissata, ci sono soggetti con naso marrone (quando A copre E) e soggetti con naso nero (quando A copre E+B). Il mantello yellow-red-epistatico è l’unica possibilità che da due bianco-arancio nasca il mantello marrone oppure nero; ciò potrà verificarsi allorché i due genitori yellow-red-epistatico siano espressione della coppia Aa che pertanto, nel 25% dei casi, può dare figli il cui patrimonio genetico è aa, dando così via libera al mantello ipostatico (cioé quello “che sta sotto”) ovvero il marrone o il nero.

Nella (incompleta) panoramica dei geni che determinano il mantello delle principali razze da ferma, includo il gene F epistatico (dove F sta per “fading” ovvero scolorimento) che quando è nella versione ff (cioè recessiva) sbiadisce il colore del mantello sino a renderlo tutto bianco o quantomeno bianchiccio. Così come nel yellow-red-epistatico, anche la coppia ff agisce solo sul pelo e non sul colore del naso, che non viene decolorato. Questa coppia di geni ff-epistatico era presente in una corrente di Bracchi italiani della fine ‘800, chiamati Bracchi Aschieri, dal nome del loro allevatore che evidentemente aveva preservato il mantello tutto bianco esistente fin dal tempo dei Medici; poi però sono scomparsi perché nella razza è stata fissata la dominante coppia FF.

Il mantello decolorato per effetto della coppia ff è invece tuttora presente negli Spinoni, fra i quali possiamo osservare soggetti interamente bianchi con naso carnicino (in cui è stato decolorato il mantello bianco-arancio) e soggetti bianchi con naso marrone (in cui è stato decolorato il mantello roano). Alcuni autori attribuiscono invece questo scolorimento ad una variante del gene “C” e più precisamente al gene recessivo “cb” che diluisce il pigmento della feomelanina e della eumelanina fino a farlo apparire bianco. Il corrispondente gene dominante C consente invece la completa espressione del pigmento.

Le macchie

Il mantello di un cane può essere interamente coperto di peli colorati oppure avere zone con pelo non colorato, dove cioè c’è pelo (bianco) senza pigmento. Il mantello a totale copertura colorata (senza la presenza del bianco) viene chiamato unicolore (da non confondere col mantello monocolore, in contrapposizione ai mantelli bicolore e tricolore). Il mantello unicolore è considerato tale anche nei casi in cui sono presenti piccole macchie bianche alla punta dei piedi, sulla punta della coda, o in presenza di una piccola macchia in fronte e/o sul petto (conven- zionalmente chiamata “stella”).

Responsabile dell’alternativa fra il mantello unicolore e quello a macchie è la coppia di geni “T” (T sta per total) in cui la versione dominate T produce il mantello unicolore, e la versione recessiva t il mantello a macchie. Alcuni autori identificano invece questo gene con la lettera “S” (dove S sta per solid) e distinguono l’effetto della coppia SS responsabile della copertura totale, rispetto alla versione eterozigote Ss che produce piccole macchie bianche sulla punta dei piedi e/o sulla punta della coda e/o sul petto.

Nel Bracco italiano è stata fissata la coppia tt (o ss) ovvero il mantello sempre a macchie. Pertanto un cane unicolore non può essere un Bracco italiano, bensì indubitabilmente un meticcio di prima generazione, che ha ricevuto il mantello unicolore dal padre o dalla madre – e come tale oggetto di squalifica. Bisogna però distinguere fra l’unicolore vero e quello apparente di quei cani che, pur senza macchie bianche, hanno sulle gambe e/o sul petto peli bianchi mescolati a peli colorati. Questi mantelli, ancorché indesiderabili, non possono essere definiti “unicolore”

Ma torniamo alle macchie. Sono diverse da cane a cane per collocazione, forma, dimensioni e francamente non ho trovato traccia del meccanismo che regola una così disparata variabilità; sono però convinto che il fenomeno non è casuale perché:

  • sulla testa le macchie sono quasi sempre simmetriche
  • certe macchie si tramandano dai genitori ai figli
  • esiste una relazione fra l’estensione e la collocazione delle macchie; più precisamente un cane con macchie molto estese ha comunque zone con peli bianchi sulle gambe, sulla testa e sul collo; un cane invece con macchie poco estese, ha sempre le orecchie colorate e/o macchie all’ attaccatura della coda

Il seguente schema illustra il rapporto fra estensione delle macchie e loro collocazione.

macchie bracco italiano

Nel mantello del bracco italiano vi è una correlazione fra il colore del mantello e l’estensione delle macchie, in virtù della quale i cani a pigmentazione marrone hanno generalmente macchie più estese dei cani bianco arancio. Come e perché ciò avvenga non so, ma potrebbe essere un fenomeno analogo a quello dell’intensità della pigmentazione (anche in quel caso vi era una maggior variabilità nell’intensità del pigmento marrone).

Il colore di fondo nel mantello del bracco italiano

Tra una macchia e l’altra, il mantello può essere totalmente bianco o fatto di peli bianchi frammisti a peli colorati. L’alternativa fra il mantello a fondo bianco, rispetto a quello con fondo roano o melato, è determinata dalla coppia di geni R (dove R sta per roano): la coppia recessiva rr produce il fondo bianco e quella RR o Rr il fondo roano o melato.

Anche per la coppia di geni RR vi è grande variabilità nella densità dei peli colorati rispetto a quelli bianchi, di cui però non ho trovato spiegazione. Se si accoppiano due soggetti a fondo bianco, nascono unicamente soggetti a fondo bianco, essendo l’espressione recessiva della coppia di geni rr; e ciò indipendentemente che le macchie siano arancio o marrone. Come appendice alla genetica concernente le macchie, cito il gene S (dall’inglese speckles che vuol dire piccole macchie, chiamato anche gene belton) che comporta la punteggiatura di tante piccole macchie (raramente presenti nel Bracco italiano) che si sovrappone all’effetto generato dal gene R.

Nel Setter conferisce un effetto “cinerino” chiamato appunto “blu belton“.

Il pelo

Pelo raso rispetto a pelo lungo

La coppia di geni identificata con la lettera K (che sta per kurzhaar, che in tedesco significa letteralmente pelo corto) determina l’alternativa fra il pelo raso, espressione del gene dominante K, ed il pelo lungo, espressione del gene recessivo k. Ciò premesso, tutte le razze a pelo raso sono (o dovrebbero essere) espressione della coppia di geni KK. Se però si incrocia un Pointer con un Setter, nasceranno cani a pelo raso (perché il gene K è dominante) ma con un patrimonio genetico eterozigote Kk; i cani nati da quell’incrocio – se accoppiati fra loro – faranno nascere anche soggetti a pelo lungo, con probabilità pari al 25%. Ed è il modo con cui immettere per esempio “sangue Pointer” nel Setter.

Pelo duro e relative “difese”

Il pelo duro è espressione del gene dominante W (che sta per Wirehaar, che in tedesco significa pelo duro) che però è epistatico, cioè si sovrappone nascondendo le caratteristiche generate da K o k, ovvero il pelo raso o il pelo lungo. L’alternativa recessiva del gene “w” determina solo l’inerzia di questo gene che quindi permette la manifestazione del gene ipostatico (cioè del sottostante gene K oppure k responsabili dell’alternativa fra pelo raso o pelo lungo). Ciò significa che se si accoppia uno Spinone con un Bracco italiano, nasceranno sempre soggetti a pelo duro (perché W è dominante) ma il patrimonio genetico dei soggetti così nati sarà eterozigote Ww. Allorché però si incrociano fra loro due soggetti frutto di tale incrocio (o comunque due Spinoni che – mal- grado abbiano entrambi pelo duro – sono espressione eterozigote dei geni Ww), si avrà la probabilità che – nel 25% dei casi – nascano soggetto a pelo raso.

Analogo fenomeno si verifica nei Drahthaar fra i quali nascano a volte soggetti a pelo raso a seguito di precedenti immissioni di Bracco tedesco. Sempre riguardo il gene W, un autore danese sostiene che i cani espressione delle coppie WW-kk avrebbero pelo duro più abbondante di quelli che sono espressione della coppia WW-KK. Parrebbe cioè che il potere coprente del gene W non sia totale e che lasci trasparire parte delle caratteristiche del gene su cui si sovrappone. È pertanto possibile che il pelo del Griffone Korthals – più lungo, più molle e con sottopelo rispetto a quello di uno Spinone – altro non sia che la manifestazione delle coppie WW kk. Il fatto che il gene W non sia totalmente coprente, potrebbe quindi subordinare la variazione della lunghezza del pelo all’effetto di altri geni modificatori, effetto che però si manifesta quando il pelo duro è “‘impuro”, dovuto cioè dall’espressione della coppia Ww.

Mantello bi (e tri) colore

Abbiamo già chiarito la sostanziale differenza fra il mantello unicolore (cioè che copre tutto il mantello del cane) rispetto al mantello monocolore (ovvero il mantello sul quale c’è un solo colore). Ribadisco che il bianco è assenza di colore: quindi mantelli bianco arancio o roano marrone o bianco e nero sono pur sempre monocolore. Esempi di mantelli bicolore sono invece il Setter Gordon (focature marroni su mantello nero), l’Alano tigrato, il Boxer fulvo con maschera nera e l’ Airedale marrone con tronco nero. Quando un Setter ha le focature (cioè bianco-nero con focature marrone) si dice erroneamente che è tricolore, laddove è bicolore (perché – come già spiegato – il bianco non deve essere considerato un colore).

Focature nel mantello del bracco italiano

Nel mantello del Bracco italiano la presenza di focature o di striature non è ammessa… però occasionalmente queste anomalie appaiono. Esaminiamo quindi la loro complessa origine genetica.

Il mantello monocolore è espressione del gene dominante C che, come suo allele recessivo, può esprimersi con diverse varianti: c bi che produce le focature; c br che produce le striature (br da brindles, voce inglese che vuol dire tigrature); c sa che produce la sella nera su corpo marrone (sa sta per sadle, ovvero sella); cma che produce la maschera nera su corpo marrone.

Il gene c bi ed il gene c br si manifestano solo a condizione che sia presente il gene E responsabile della eumelanina che produce il mantello marrone o il gene B+E che produce il nero.

Ho personalmente notato che a volte le focature e le tigrature si modificano nel tempo: più precisamente in alcuni casi le focature si manifestano non prima che i cuccioli abbiano circa un mese di età; l’inverso accade invece per le striature che a volte sono presenti nei primi due mesi di vita, per quindi scomparire.

Soggetto focato.

Ma a complicare ulteriormente il quadro, alcuni autori sostengono che il gene e si manifesta solo in presenza del gene I (I sta per interaction). Quindi un cane può avere nel suo patrimonio genetico c bi oppure C br che però – in assenza del gene I – non si manifesta; ma allorché avviene un accoppiamento con un soggetto portatore del gene I e del gene E la frittata sarà fatta.

A proposito delle focature, alcuni autori tirano in ballo il gene Agouti (dal nome di un tipo di cavia sudamericana che ha il pelo con la punta pigmentata in modo diverso rispetto alla base del pelo stesso) che è il gene caratteristico del mantello del lupo, ma le cui modificazioni sono presenti anche nei cani. Tralascio di addentrarmi nelle numerose varianti del gene Agouti, limitandomi a citare il gene a, secondo alcuni responsabile delle focature, che possono apparire nei mantelli prodotti dall’eumelanina.

Ovviamente nei mantelli arancio le focature non si evidenziano perché ee esclude la manifestazione dell’eumelanina.

In conclusione, se fra due genitori marrone, nel locus Agouti almeno uno ha la coppia di geni AA, la loro progenie non avrà le focature. Ma se entrambi i genitori marrone hanno la coppia di geni Aat, appariranno le focature allorché nei figli si materializza la combinazione omozigote dei recessivi atat.

Si badi che il mantello del Bracco italiano bianco-arancio può benissimo avere nel locus Agouti la coppia Aat – o addirittura atated essere di conseguenza portatore delle focature allorché viene accoppiato con un roano-marrone. Uno dei più noti riproduttori di Bracco italiano bianco arancio è figlio di una cagna roano-marrone scuro, vistosamente focata. Di conseguenza quello stallone bianco-arancio ha nel suo patrimonio genetico la coppia atat o quantomeno Aat ed è perciò portatore delle focature che appaiono ogniqualvolta viene accoppiato ad una femmina roana-marrone il cui genotipo include la coppia Aat

Sommario sui geni che concorrono alla tipologia di mantello del bracco italiano

Gene E
responsabile del mantello color marrone; il suo allele recessivo e produce il mantello arancio, detto anche Yellow- lemon.

Gene B
B sta per Black cioè nero. Quando è in presenza del gene E (responsabile del mantello marrone) lo trasforma in nero; quando invece è associato alla coppia ee, produce il mantello yellow-red. Il suo allele recessivo b sta solo ad indicare l’assenza di effetto di questo gene sulla pigmentazione.

Gene P
P sta per pigmentazione; l’espressione dominante P diluisce la pigmentazione; il suo allele recessivo p la lascia tal quale; la combinazione eterozigote Pp conferisce una tonalità intermedia.

Gene D
D sta per diluizione; è un gene senza dominanza che quando è presente nella versione dd determina tonalità chiara.

Gene Z
Z sta per Zintfarben che in tedesco significa cannella; la sua è un’azione combinata a quella del precedente gene D; l’azione combinata dei geni D e Z è responsabile delle tonalità più o meno intense dei mantelli marrone e arancio.

Gene A
Responsabile del yellow-red-epistatico che copre il mantello marrone o il mantello nero. Secondo altri autori la lettera A viene utilizzata per identificare il gene Agouti che nella versione recessiva atat è responsabile delle focature.

Gene F
F sta per fading, cioè scolorimento; è un gene epistatico; nella sua versione ff sbiadisce il colore del mantello marrone o arancio producendo un mantello bianco o bianchiccio.

Gene T
T sta per total; produce il mantello unicolore, cioè senza macchie. L’allele recessivo t invece determina le macchie.

Gene R
R sta per roano; la versione dominante RR oppure Rr dà il fondo roano o melato; nella versione recessiva rr produce fondo bianco.

Gene S
S sta per speckles, cioè piccole macchie, che produce il mantello blu-belton dei Setter. Altri autori utilizzano la lettera S (solid) per identificare il gene che produce la pigmentazione totale del mantello (cioè un altro modo di chiamare il gene T).

Gene K
K sta per kurzhaar, cioè “pelo raso” in tedesco; nella sua versione dominante K produce il pelo raso, laddove la versione recessiva kk dà il pelo lungo.

Gene W
W sta per Wirehair, cioè pelo duro; gene epistatico che ricopre il pelo raso prodotto dal gene K o il pelo lungo di K, trasformandolo in pelo duro.

Gene C
La cui versione recessiva cbi produce le focature e la versione cbr la tigratura.

Gene I
I sta per interaction; in presenza del gene E ha funzione di catalizzatore che attiva l’evidenziazione delle focature e delle tigrature prodotte rispettivamente da cbi e da cbr.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *