Il bracco italiano

Il bracco italiano, oltre ad essere il più antico cane da caccia che esista, è, per così dire, il cane da caccia classico, tipico, per antonomasia.

Tutte le buone qualità d’indole, bontà e fierezza insieme, generosità ed attaccamento al padrone attribuite al cane da caccia gli provengono dal bracco e sono compendiate in questo nell’espressione del suo magnifico testone, bonario, fiero ed intelligente.

Delor, il noto braccofilo, che aveva tratto il suo pseudonimo di “Max ” da un bracco italiano che, durante una sua lunga malattia, non aveva mai voluto allontanarsi dal suo letto e che, pur essendo la mansuetudine fatta cane, era arrivato a ribellarsi ai suoi famigliari che volevano portarlo via, dice che il bracco italiano non è soltanto il fido compagno delle nostre giornate di caccia ma anche il cane di casa per eccellenza, l’amico dei nostri bambini, il compagno e tante volte la vittima dei loro trastulli.

Il bracco italiano poi è anche il padre, il capostipite di tutti i cani da ferma a pelo raso ed, indirettamente, anche di alcuni a pelo ruvido.

Secondo molti pare infatti che anche lo spinone derivi dal bracco e che sia una varietà di bracco a pelo forte e ruvido. Un vero spinone, tosato, presenta in realtà tutte le caratteristiche del bracco.

bracco italiano in ferma

Quando il bracco italiano fermava sotto la luna

Chi possiede una certa sensibilità sa che osservare un Bracco Italiano in ferma, nel silenzio di un’alba brumosa, significa comprendere che quel gesto – plastico, misurato, eloquente – non è solo istinto, ma memoria. Memoria di cacce medievali alla rete, di lune piene e di silenzi contadini, di falconieri in sella e cardinali in battuta.

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Il peso dell’ego nella cinofilia, ieri come oggi

Nel mondo cinofilo, dove l’ego umano è il vero motore di tutto, la trasparenza non può trovare spazio. I pochi – per non dire pochissimi – che operano davvero per il bene di una razza, senza inseguire vanagloria personale, vengono spesso dileggiati, ridicolizzati, sminuiti, poco apprezzati, se non addirittura ignorati. Non sempre, certo… ma quasi.Quel

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luchino di silvabella

Luchino di Silvabella, l’intervista ad Arnaldo Pozzi

Un interessante ricordo del campionissimo Luchino di Silvabella nelle parole del suo proprietario Sig. Arnaldo Pozzi in occasione del quarto titolo consecutivo del Campionato nazionale di caccia pratica Prima di passare all’intervista ad Arnaldo Pozzi è necessario introdurre una breve descrizione di Luchino di Silvabella, certamente tra i bracchi più forti del XX secolo insieme

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Mantello del bracco italiano | Elementi di genetica

Il tema del mantello del bracco italiano è “tosto”, però è utile per familiarizzare con i meccanismi della genetica, limitandomi ad interpretare le leggi di Mendel applicate al mantello del Bracco italiano, ma sarà spesso evidente che il problema è più complesso di quanto sono in grado di spiegare: se però qualche ignaro cinofilo mi

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addestramento del bracco italiano

Addestramento del bracco italiano

I cani da ferma italiani sono diversi da quelli di razza inglese, morfologicamente e fisiologicamente, e pertanto non è possibile che l’addestramento del bracco italiano segua ugual metodo Prima di parlare di addestramento del bracco italiano è bene sottolineare che, purtroppo, la cinofilia italiana ha copiato dall’Inghilterra e mi pare che nessun abbia preso a

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orecchio del bracco italiano

Come deve essere l’orecchio del bracco italiano?

L’orecchio ha lunghezza, larghezza, direzione, inserimento, consistenza e forma particolari per ogni razza; l’orecchio del bracco italiano nasce come un pic­colo triangolo che ha una direzione verso il posteriore del cane; perciò quelle lunghe e cadenti dei cuccioloni o adulti sono, nel cuccioli, piccole e per niente ca­denti, anzi diritte.  Nel crescere, l’orecchio del bracco

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canile di regona

Il canile di Regona e la storia dei “Bracchi Silva”

Il canile di Regona del Cav. Francesco Silva fu uno dei più importanti allevamenti del bracco italiano tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900. Ripercorriamone la storia attraverso testi e documentazione iconografica originale dell’epoca Prima di parlare del Canile di Regona è necessario introdurre ampiamente la figura del suo fondatore nonché

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Il bracco italiano secondo Arturo Fancelli

Un corposo estratto de “Il Bracco” di Arturo Fancelli, datato 1911, prima vera opera monografica dedicata al nostro continentale da ferma. Stupisce la lucidità di pensiero, l’attualità dei concetti e la visione proiettata nel futuro dell’autore. Un vero “visionario” del bracco italiano In primis fu Arturo Fancelli a trattare dettagliatamente tutti gli aspetti del nostro

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caccia alpina

Il bracco italiano nella caccia alpina

Il bracco italiano e la caccia alpina, un connubio troppo spesso male interpretato È opinione diffusa presso la maggior parte dei cacciatori che i nostri bracchi italiani, ottimi sui beccaccini, quaglie e fagiani, siano assolutamente inadatti alla caccia alpina dove non sarebbero in grado di svolgere una cerca utile. Niente di più errato. Sia ben

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canile di tregolo

Il canile di Tregolo del Cav. Luigi Beretta

Luigi Beretta, fondatore del canile di Tregolo, fu uomo di larghe vedute e dai molteplici interessi. Alla fine del 1800 si dedicò all’allevamento del bracco italiano e del Setter, raggiungendo risultati degni di nota Raccontare la storia di Luigi Beretta e del canile di Tregolo è operazione complessa, tanto densi e molteplici furono gli interessi

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standard morfologico del bracco italiano

Lo standard morfologico del bracco italiano

L’inizio dello standard morfologico, laddove si parla di “figura e conformazione generale” subito ci presenta, a scanso di equivoci, un cane da caccia Prima di analizzare in dettaglio lo standard morfologico del bracco italiano occorre sottolineare che gli estensori, fra cui Giuseppe Solaro che a riguardo scrisse anche un particolareggiato saggio di commento, vollero fin

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vir 2° delle forre

Vir 2° delle Forre – Campione italiano di bellezza

Vir 2°  LOI 8767 – Bracco Italiano maschio bianco arancio Vir 2° è nato l’11.6.1966 da Nasone delle Forre e da Oli delle Forre. Nasone era figlio di Baldo dei Ronchi e di Ninfa delle Forre. Oli era figlia di Borel dei Ronchi e di Pola delle Forre. Allevatore: Edmondo Amaldi Proprietario: Anna Maria Carlevarini

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unificazione dello standard di razza del bracco italiano

Unificazione dello standard di razza del bracco italiano 1923

L’unificazione dello standard di razza del bracco italiano, avvenuta nel 1923, rappresenta un momento chiave della storia del nostro continentale da ferma. Vediamo perché Prima di parlare dell’unificazione dello standard di razza del bracco italiano è doveroso fare un corposo approfondimento su quella che era la situazione del bracco italiano nei primi anni del ‘900,

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bracco italiano leggero

Bracco italiano leggero | Caratteristiche

Il bracco italiano leggero non differisce dal bracco italiano pesante che per la minor mole, e per la maggior leggerezza ed asciuttezza delle membra Anche il bracco italiano leggero possiede testa e naso sviluppati; orecchie meno lunghe di quelle del suo confratello bracco italiano pesante ed attaccate un po’ in su della linea dell’occhio; labbra

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