teodolinda di giorgio Vignola

Teodolinda – Campione italiano di Lavoro

Teodolinda LOI 1839 – Bracco Italiano femmina bianco arancio

Teodolinda è nata l’1.1.1967 da Ermes di Celinate e da Norma. Ermes era figlio di Eros e di Lady dei Ronchi. Norma era figlia di Baldo dei Ronchi e di Danzica dei Ronchi.

Allevatore: Giuseppe Ceresa

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Proprietario e conduttore: Giorgio Vignola

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1967. La superlativa Ch. It. Lavoro Teodolinda di Giorgio Vignola.

Titolo conseguito

Campione italiano di Lavoro.

Partecipazione ai concorsi

Tra il 1969 ed il 1974, conseguì 24 risultati sul terreno. Ottenne il primo in prova classica su starne, affermandosi con l’ECC a Canavera, in provincia di Pavia, nell’aprile del 1969.

Nella specialità, vinse inoltre con il CAC a Piana Crixia nell’ago sto del 1969, con l’ECC a Valenza nel luglio del 1974, si classificò 2° ECC alle Oaks, corse a Mensanello nel marzo del 1971, dietro alla pari razza Marinella che si affermò con il CAC.

In prove di caccia, vinse con il CAC a Paderno nel luglio del 1971, con il CAC CACIT a Ca’ del Vento nell’agosto dello stesso anno. Infine, si affermò con l’ECC, si classificò tre volte 2° ECC di cui una con la Riserva di CAC a Castel San Pietro nell’ottobre del 1972, battuta dal pari razza Burt di Zerbio che conseguì la massima distinzione nazionale, ottenne un CQN.

Con il CAC CACIT a Ca’ del Vento, aveva completato le distin zioni per il titolo nazionale di lavoro. Aveva 4 anni e 7 mesi di età. Gareggiò in prove classiche su quaglie liberate. Vinse tre volte con il MB, si classificò tre volte con l’ECC, altrettante volte con il MB, ottenne due CON.

Caratteristiche attitudinali di Teodolinda

Risultò soggetto di indubbia levatura.

Sfoggiava andatura e portamento in stile di razza, cerca avida ed attenta, sagacemente impostata sul vento, azione continua ed incisiva. Andava sul selvatico con estrema facilità da lontano, con tipica fi lata, evidenziando olfatto, discernimento, equilibrio.

Riproduzione

Generò Pompeo. Le sorelle Ambra (11778) e Brina (11779)

La testimonianza

Di Giuseppe Ricci

Allevata dall’amico Giuseppe Ceresa. Per lui si trattò della terza generazione di fuori classe nati in casa sua. La condusse lui alla sua prima prova classica su starne, anno 1969, e vinse con una superba guidata, a risalire la collina. Fui presente, spettatore dall’alto di un vicinissimo poggio con l’allora amico Walter Gioria. Al frullo, quest’ultimo letteralmente esplose, apostrofando un amico pointerista presente: “Guarda, guarda, questi cani da cardiopalma!”. Gioria diceva sempre pane al pane ecc., e in quest’occasione non si smentì. Perché io , cani in ferma ne ho avvicinati la mia ricca parte, miei e di amici, Bracchi e di altre razze, ma una cacciatrice come quella (l’avevo praticata anche a caccia, con Ceresa, mai con Vignola) non la vidi mai, né la vedrò mai più.

Aveva tutto, a partire da una cerca briosa, fantasiosa, veloce al punto giusto, e controllata da un’intelligenza non comune. Che ridicolizzava chi, a proposito del Bracco si esprime a forza di “lacets”. E naso divino, ferma, guidata, riporto, consenso. Tutto. Ceresa, che ne andava fiero, diceva però che la nonna, Danzica dei Ronchi, le era stata superiore; di poco, ma superiore.

Lascio immaginare a ognuno, di quale razza di cacciatori stiamo parlando. Purtroppo, se ben ricordo, non era bella, e ciò dovette penalizzarla alla riproduzione, perché un amico che ne fu bene al corrente, mi disse che la sua discendenza comprendeva soltanto un campione di bellezza, e neppure troppo vicino, in termini di generazioni.

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